Trieste - Piazza Carlo Alberto, Campi Elisi, Passaggio Sant'Andrea,
Via Romolo Gessi e dintorni

Piazza Carlo Alberto: Intitolata con Delibera del Podestà del 1.3.1935; si scriveva in quella occasione nella Rivista Mensile della città di Trieste: «costituita con l'area comunale situata nel centro del nuovo quartiere cittadino al Promontorio, una vasta piazza (che viene ornata di piante e fiori), il Podestà deliberò di intitolarla alla Maestà di Re Carlo Alberto il Magnanimo (...). Per effetto di questa deliberazione la via Paolo Tedeschi venne incorporata alla piazza Carlo Alberto» e il nome dello scrittore triestino venne apposto ad altra strada. Fino a quell'epoca i terreni comunali in questione erano destinati alla fiera campionaria. Carlo Alberto di Savoia, re di Sardegna (Torino 1798-Oporto 1849), dimostrò inizialmente simpatie, poi non confermate, per i liberali milanesi prima del 1821; salito al trono nel 1831, fu sovrano legittimista e assolutista e diede avvio ad alcune riforme politiche e sociali. Nel 1848, a seguito dei moti rivoluzionari, concesse lo Statuto; abdicò nel 1849 a seguito della sconfitta di Novara nella guerra contro l'Austria e gli successe il figlio Vittorio Emanuele II. Ritiratosi in esilio a Oporto (Portogallo), vi morì poco dopo. (da: artericerca.com)

Piazza Carlo Alberto angolo Via Giovanni Tagliapietra

Sopra e sotto: Piazza Carlo Alberto angolo Via Vittorio Locchi Progetto del 1928 dell'architetto Ramiro Meng
La decorazione sopra il portone di Via Locchi è
opera dello scultore Marcello Mascherini.

Piazza Carlo Alberto angolo Via Franca

Via Giovanni Tagliapietra
Via Giovanni Tagliapietra

Via Belpoggio angolo Via Franca
Via Belpoggio
Via Belpoggio

Via Belpoggio 13

Via Belpoggio, San Vito-Città Vecchia. Da riva Grumula a via Franca. Il toponimo ottocentesco, suggerito dall’amenità della zona, era apposto nel 1884 a un tratto di questa strada, da riva Grumula a salita al Promontorio (Generini). Tra il 1903 ed il 1905 assunse il nome di via Belpoggio solo il tratto da riva Grumula alla via Santi Martiri, più tardi fino alla curva a gomito nei pressi del parco di villa Necker; al secondo tratto venne riservato il nome di via Remota, esteso dall’omonima androna, mutato poi con delibera Giun. Mun. d.d. 19.3.1919 con quello del medico Mons. Luzzatto. Con Del. Pod. n. 863 d.d. 6.7.1940 le vie Belpoggio e Luzzatto assunsero il nome di Italo Balbo, uomo politico, interventista nel 1915, fondatore e direttore a Udine de L’Alpino, gerarca fascista; con Del. Comm. Prefett. n. 648 d.d. 4.9.1943 vennero ripristinate le precedenti denominazioni, per il primo e per il secondo tratto, di via Belpoggio e di via M. Luzzatto; con delibera n. 407 d.d. 6.7.1946 l’intitolazione di via Belpoggio venne estesa a tutta la strada. Al n. civ. 1, angolo riva Grumula, si trova casa Stabile (arch. M. Fabiani, 1906) con lo scudo d’angolo recante le iniziali .E.S.S. 1906.; al n. civ. 21, nell’edificio ottocentesco in stile gotico quadrato, . la sezione staccata del Genio Militare cui segue, al n. civ. 27, una casa liberty del 1911-12 (ing. A. Bruna - Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.)


Via Franca angolo Via Guido Reni

Via Franca angolo Via Sergio Laghi
Villa Haggiconsta in Viale Romolo Gessi, 8. La villa venne costruita su progetto di Ruggero Berlam nel 1889. A commissionarla fu Giorgio Haggiconsta, un ricco possidente di origine greco-russa marito di Elena di Demetrio, proprietaria del fondo. Alla morte dei proprietari, l'edificio fu acquistato da un cittadino italiano che lo cedette al Comune di Trieste. Negli anni Trenta fu donata all'Opera Nazionale Balilla, affinché la destinasse a "Casa della Giovane Italiana" e, di conseguenza, vennero eseguiti dei lavori di adattamento, in particolare ai fabbricati di servizio. Tra il 1962 e il 1968 la villa venne utilizzata dall'Opera di assistenza ai profughi giuliani e dalmati, mentre nel 1972 la proprietà della struttura passò alla Regione che, dopo i restauri seguiti dall'ingegner Pietro Cvitanich, la destinò ad accogliere un centro di educazione motoria.
Il complesso della villa comprendeva in origine, oltre all'edificio padronale, la scuderia, una rimessa, la lavanderia, le serre e un giardino all'inglese, il tutto progettato da Berlam. L'edificio principale, in stile eclettico con rimandi all'architettura italiana del Cinquecento, presenta una pianta ed una composizione dei volumi mosse ed asimmetriche ma equilibrate nell'insieme. Sul lato principale si distinguono tre corpi in altezza decrescente con una torretta che domina il complesso. (da: http://biblioteche.comune.trieste.it)
La villa Haggiconsta: alla fine dell'800 fu testimone di un tragico episodio. Giorgio Haggiconsta, di famiglia greco-russa, era un facoltoso possidente, che aveva grandi proprietà immobiliari a Mosca. “Innamorato del nostro mare e del nostro cielo”, si stabilì a Trieste e nel 1889 commissionò all'architetto Ruggero Berlam la fastosa villa, in stile eclettico, che prevedeva oltre all'edificio padronale le scuderie, una rimessa, la lavanderia, le serre e un giardino all'inglese. Quindi sposò Elena Demetrio, che apparteneva a una ricca famiglia triestina di origine greca. Nella sontuosa dimora la felicità tra i due coniugi non durò a lungo, perché l'Haggiconsta, soggetto a turbe psichiche, si suicidò sparandosi in testa un colpo di pistola nella loro camera da letto, proprio durante il ricevimento per il compleanno della moglie, che ricorreva il 18 agosto. Le cause non furono mai chiarite anche se, visto il luogo e il giorno scelti, si pensò a un motivo sentimentale. Haggiconsta fu seppellito nel cimitero serbo ortodosso della città, in quanto egli aveva litigato con la propria comunità greca da cui se ne era da tempo staccato. (Fonte: Dino Cafagna)
Passeggio Sant'Andrea
La denominazione di passeggio Sant'Andrea che un tempo era esteso all'attuale via Romolo Gessi, deriva da un'antica cappella poi ricostruita e soppressa nel 1784 per l'editto di Giuseppe II, venne trasformata in osteria, chiamata "Osteria alla Rotonda", perché sita vicino alla rotonda usata per il giro delle carrozze (alla fine della attuale via Romolo Gessi). L'edificio fu acquistato dallo "Stabilimento tecnico triestino", sarà demolito nel 1921 per far posto alla torre di raffreddamento dell'acqua della Fabbrica Macchine.
La strada venne ricavata tra il 1882 e il 1888 con il progressivo interramento della zona di mare prospiciente viale Romolo Gessi; all'altezza dell'attuale belvedere venne costruita, nel 1887, la prima stazione ferroviaria Trieste - Erpelle, un modesto edificio demolito verso il 1906 con la costruzione della nuova stazione ferroviaria di Campo Marzio. La costruzione del molo VI cominciò all'inizio del secolo e allo scoppio del primo conflitto mondiale erano stati compiuti tre quarti dell'opera progettata, completata nel primo dopoguerra dall'amministrazione italiana che aveva dedicato il nuovo porto al Duca d'Aosta. I nuovi Magazzini generali, destinati prevalentemente all'immagazzinamento dei cereali vennero costruiti nel 1937 sotto la direzione dell'ing. Aldo Suppani e dell'architetto Antonio Benussi. La Fabbrica Macchine venne demolita quasi completamente nel 1983-84. Sull'ampia area così risultante è stato costruito il nuovo palazzo del Lloyd Adriatico, ora Allianz S.p.A. in largo Ugo Irneri 1 , nel 1991 Palazzo della Marineria e nel 2004 la nuova piscina comunale Bruno Bianchi in Passeggio San Andrea. Poco più avanti fino a pochi anni fa si trovava la villa Knopp, costruita nel 1875 su progetto dell'architetto Righetti, conosciuta con il nome del primo proprietario: Carlo Knopp von Kirchwald, comandante del famoso 97° reggimento di fanteria di stanza a Trieste, demolita nel dicembre del 2009. Quasi di fronte alla via Gian Rinaldo Carli, esisteva la chiesetta dei Santi. Luigi Gonzaga e Pazienza edificata nel 1753-56 e soppressa per l'editto dell'imperatore Giuseppe II, venne trasformata in deposito e poi in osteria con il nome "Ai Campi Elisi", nome dato dall'oste o dal proprietario dell'immobile dopo essere rientrato da un viaggio a Parigi, che venne esteso a tutta la zona. La costruzione venne demolita nel 1904. Alla fine del passeggio Sant'Andrea si trova il comprensorio dell'Arsenale Triestino, nel 1910 da un accordo tra il Lloyd e lo Stabilimento Tecnico Triestino nasceva la società "Cantiere Navale San Rocco". Nel primo dopoguerra passò alla Società Anonima "Arsenale Triestino" e nel 1944-1945 venne notevolmente danneggiato dai bombardamenti. Nel giugno 1988, alla presenza del ministro A.Fanfani è stato inaugurato il nuovo tronco autostradale con sbocco in Passeggio S. Andrea (Vie e Piazze di Trieste Moderna di Antonio Trampus - San Vito Alfieri Seri e Sergio Degli Ivanissevich)
Largo Ugo Irneri: San Vito-Città Vecchia. Alla confluenza tra viale R. Gessi e passeggio S. Andrea. C.A.P. 34123. Già tratto di passeggio Sant’Andrea, ebbe questa denominazione dal 28.12.1987, suggerita dalla presenza del nuovo palazzo del Lloyd Adriatico di Assicurazioni, istituto fondato da Irneri. Ugo Irneri (Hirn) nacque a Trieste il 26.1.1896; laureatosi dottore commercialista, si impegnò nel ramo assicurativo e nel 1936, assieme ad alcuni colleghi, fondò la «Società Anonima Cooperativa Sabauda di Assicurazioni» cui si aggiunse nel 1938 la «Mutua Sabauda Malattie», entrambe fuse nel 1939 nella «Mutua Sabauda di Assicurazioni» che nel 1946 divenne «Lloyd Adriatico di Assicurazioni e Riassicurazioni» con sede in Venezia. Dal 1956, ormai società per azioni, il Lloyd Adriatico ebbe nuovamente sede a Trieste, in via del Lazzaretto Vecchio. Ugo Irneri, che come presidente della società diede un contributo non indifferente all’impresa assicurativa italiana, lasciò la direzione nel 1971 assumendo la carica di presidente onorario e pubblicò un’autobiografia dal titolo Cinquant’anni di battaglie: memorie di un assicuratore. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 1978, morì a Trieste il 2 gennaio 1979. Al numero civico 1 di largo Irneri si trova oggi il nuovo palazzo del Lloyd Adriatico, costruito nel 1986 (grog. architetto Celii e Tognon) sui terreni già occupati dagli edifici della fabbrica macchine di Sant’Andrea. Bibliografia: A. Trampus, Vie e Piazze di Trieste Moderna, Trieste, 1989.
Viale Romolo Gessi e Largo Irneri con il monumento dedicato ai caduti sul lavoro del 1997 eseguita dallo scultore Ugo Carà

Via San Marco 26, La "casa gotica" del 1857,
costruita su progetto dall'arch. Carlo Cosetti.


Via San Marco 49

Palazzo del 1906, progetto dell'architetto Luigi Dompieri, tra Viale Campi Elisi e Via Gian Rinaldo Carli
Curiosità: Perché la zona detta dei Campi Elisi si chiama così? L’attuale zona di Sant’Andrea- Campi Elisi era fino agli inizi del 900 una zona quasi disabitata; con l’avvento della ferrovia di Sant’Andrea cominciò essere frequentata non solo dei passeggeri ma anche dai numerosi ferrovieri. Venne quindi aperta in zona un’osteria. Si racconta che l’oste (un certo Romeo Fabbri), dopo anni di duro lavoro, si concesse, accompagnato dalla moglie, un viaggio a Parigi. Ne rimase talmente estasiato, soprattutto innamorato del viale Champs Elysées, che tanto gli ricordava (seppur in piccolo) il passeggio Sant’Andrea, con i numerosi alberi posti ai lati e le numerose carrozze che vi scorazzavano, che volle cambiare il nome alla sua osteria in quella di Campi Elisi. Dal nome di questa osteria, diventata nel frattempo un punto importante di ritrovo, entrò nella parlata comune definire la zona Campi Elisi, nome che alla fine venne dato a tutta l’area. L'osteria, che nelle piante tavolari mantiene ancora la vecchia denominazione di Campi Elisi, è ancora presente come bar-pizzeria all'angolo del Passeggio S. Andrea e la via Gian Rinaldo Carli (la denominazione di Viale dei Campi Elisi è del 1949). Sopra la ex- osteria "ai Campi Elisi", oggi pizzeria. (Fonte: Dino Cafagna - Trieste di ieri e di oggi)

Via Gian Rinaldo Carli 4 - Casa Liberty. Arch. Luigi Dompieri del 1906-07

Via Gian Rinaldo Carli 6 - Casa Liberty. Arch. Luigi Dompieri del 1906

Via Gian Rinaldo Carli 8 - Casa Liberty. Arch. Luigi Dompieri del 1905.
La denominazione di passeggio Sant'Andrea che un tempo era esteso all'attuale via Romolo Gessi, deriva da un'antica cappella poi ricostruita e soppressa nel 1784 per l'editto di Giuseppe II, venne trasformata in osteria, chiamata "Osteria alla Rotonda", perché sita vicino alla rotonda usata per il giro delle carrozze (alla fine della attuale via Romolo Gessi). L'edificio fu acquistato dallo "Stabilimento tecnico triestino", sarà demolito nel 1921 per far posto alla torre di raffreddamento dell'acqua della Fabbrica Macchine. La strada venne ricavata tra il 1882 e il 1888 con il progressivo interramento della zona di mare prospiciente viale Romolo Gessi; all'altezza dell'attuale belvedere venne costruita, nel 1887, la prima stazione ferroviaria Trieste - Erpelle, un modesto edificio demolito verso il 1906 con la costruzione della nuova stazione ferroviaria di Campo Marzio. La costruzione del molo VI cominciò all'inizio del secolo e allo scoppio del primo conflitto mondiale erano stati compiuti tre quarti dell'opera progettata, completata nel primo dopoguerra dall'amministrazione italiana che aveva dedicato il nuovo porto al Duca d'Aosta. I nuovi Magazzini generali, destinati prevalentemente all'immagazzinamento dei cereali vennero costruiti nel 1937 sotto la direzione dell'ing. Aldo Suppani e dell'architetto Antonio Benussi. La Fabbrica Macchine venne demolita quasi completamente nel 1983-84. Sull'ampia area così risultante è stato costruito il nuovo palazzo del Lloyd Adriatico, ora Allianz S.p.A. in largo Ugo Irneri 1 , nel 1991 Palazzo della Marineria e nel 2004 la nuova piscina comunale Bruno Bianchi in Passeggio San Andrea. Poco più avanti fino a pochi anni fa si trovava la villa Knopp, costruita nel 1875 su progetto dell'architetto Righetti, conosciuta con il nome del primo proprietario: Carlo Knopp von Kirchwald, comandante del famoso 97° reggimento di fanteria di stanza a Trieste, demolita nel dicembre del 2009. Quasi di fronte alla via Gian Rinaldo Carli, esisteva la chiesetta dei Santi. Luigi Gonzaga e Pazienza edificata nel 1753-56 e soppressa per l'editto dell'imperatore Giuseppe II, venne trasformata in deposito e poi in osteria con il nome "Ai Campi Elisi", nome dato dall'oste o dal proprietario dell'immobile dopo essere rientrato da un viaggio a Parigi, che venne esteso a tutta la zona. La costruzione venne demolita nel 1904. Alla fine del passeggio Sant'Andrea si trova il comprensorio dell'Arsenale Triestino, nel 1910 da un accordo tra il Lloyd e lo Stabilimento Tecnico Triestino nasceva la società "Cantiere Navale San Rocco". Nel primo dopoguerra passò alla Società Anonima "Arsenale Triestino" e nel 1944-1945 venne notevolmente danneggiato dai bombardamenti. Nel giugno 1988, alla presenza del ministro A.Fanfani è stato inaugurato il nuovo tronco autostradale con sbocco in Passeggio S. Andrea (Fonte Margherita Tauceri - Vie e Piazze di Trieste Moderna di Antonio Trampus - San Vito Alfieri Seri e Sergio Degli Ivanissevich)


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